Gli ATS sono davvero amici: perché aiutano sia i recruiter sia i candidati

Avatar of Julia Sánchez

Julia Sánchez

Mi chiamo Julia e sono Responsabile Marketing di Teamtailor per la Spagna e l'America Latina. Sono felicissima di poter condividere contenuti e ampliare le mie conoscenze in materia di HR. Adoro la psicologia e la filosofia, soprattutto se applicate a temi di HR!

(E tutto ciò che abbiamo chiarito nel nostro webinar)

Nel mondo del recruiting circolano ancora troppi miti, mezze verità e idee fuorvianti sugli ATS (Applicant Tracking System).
C’è chi li immagina come “macchine spietate” che eliminano CV, chi pensa che lavorino in autonomia e chi, peggio ancora, crede che possano sostituire il giudizio umano.

Nel nostro recente webinar — che ha visto come protagonisti Alessandro Di Gioia (Teamtailor) e Silvia Gironda, recruiter e consulente HR — abbiamo deciso di fare finalmente chiarezza.
E il messaggio principale è semplice ma fondamentale:

Un ATS non è il nemico. Al contrario: è un alleato prezioso, sia per chi seleziona sia per chi cerca lavoro.

Di seguito trovi un approfondimento completo, basato su tutto ciò che abbiamo spiegato durante il webinar, per capire davvero come funziona un ATS e perché può migliorare radicalmente l’esperienza di tutti gli attori coinvolti.

1. Che cos’è (davvero) un ATS?

La sigla ATS significa Applicant Tracking System e indica un software che aiuta a gestire il processo di selezione dei candidati.
Ma, come sottolineato nel webinar, non si tratta di una macchina autonoma che “decide” al posto del recruiter:
è uno strumento che organizza, ordina e facilita il lavoro umano.

Alessandro ha proposto una metafora semplice e efficace:

  • Fare recruiting “a mano” è come scavare nella terra a mani nude.
  • Un file Excel è come una pala: ti aiuta, ma fino a un certo punto.
  • Un ATS è come una macchina scavatrice: ti permette di lavorare meglio, più velocemente e con molto meno sforzo.

Lo strumento non sostituisce lo specialista, ma amplifica la sua capacità di lavorare in modo strategico ed efficiente.

2. Smontiamo il grande mito: l’ATS non scarta i candidati

Una delle convinzioni più diffuse — e più sbagliate — è che l’ATS “scarti” automaticamente i CV.

Durante il webinar è stato chiarito in modo definitivo:

  • Un ATS non elimina curriculum. Mai.
  • Tutte le candidature entrano nel sistema.
  • Il software ordina i profili in base ai criteri impostati dal recruiter.
  • L’ultima parola è sempre e solo umana.

Silvia lo ha spiegato con un paragone illuminante:

Hai mai visto Excel svegliarsi la mattina e cancellare un foglio perché ‘non gli piace’? No. Perché è uno strumento. E l’ATS è esattamente la stessa cosa.

L’idea che un ATS “scarti” i candidati è un mito nato da disinformazione e dalla scarsa conoscenza dello strumento.
Semplicemente, l’ATS rende più veloce la gestione e permette al recruiter di concentrarsi sulle attività a valore, come il colloquio e la valutazione reale del potenziale.

3. Perché l’ATS è un vantaggio per il recruiter?

I benefici sono numerosi, e nel webinar ne abbiamo evidenziati diversi:

✅Risparmio enorme di tempo

Senza ATS, molte attività quotidiane portano via ore:

  • invio manuale di email
  • compilazione di note
  • organizzazione dei colloqui
  • gestione di centinaia di CV
  • creazione di report

Con un ATS configurato correttamente, queste attività vengono automatizzate o semplificate.
Ciò consente al recruiter di dedicare più tempo a ciò che conta davvero: conoscere i candidati.

✅Processo più strutturato, meno errori

Un ATS ben utilizzato riduce rischi e disattenzioni:

  • CV che si perdono
  • errori di copia-incolla
  • mancate risposte ai candidati
  • selezioni non tracciate

Silvia ha raccontato l’esperienza — molto comune — del lavoro su Excel o, peggio ancora, su CV cartacei.
Con l’ATS, tutto diventa recuperabile, ordinato e sicuro.

✅Compliance GDPR assicurata

Archivi manuali, fogli Excel o strumenti improvvisati sono una fonte costante di rischio.
Come spiegato nel webinar:

Una multa per non conformità GDPR può costare molto più di un ATS. È un investimento, non un costo.

Gestire i dati in modo sicuro è oggi un requisito minimo per qualsiasi azienda che gestisce candidature.

4. Il ruolo dell’intelligenza artificiale: un copilota, non un pilota

L’AI negli ATS — come nel caso di Teamtailor — è un supporto, non un sostituto.

Durante il webinar, Alessandro ha chiarito:

  • L’AI non prende decisioni al posto del recruiter.
  • È come avere leve, pedali e joystick che amplificano la potenza della macchina scavatrice.
  • Il recruiter è e resterà sempre il pilota.

Esempi di ciò che l’AI può fare:

  • Analisi rapida del profilo di un candidato

  • Suggerimenti automatici

  • Generazione di insight (es. “quali sono i punti di forza di questo candidato per questo ruolo?”)

  • Supporto durante lo screening

Ma tutto dipende dalla qualità dell’input umano:

Se il prompt è fatto bene, l’AI restituisce valore. Se è fatto male, restituisce caos.

5. Perché l’ATS è un alleato anche per i candidati

Spesso ci si dimentica di questo punto fondamentale:
l’ATS migliora l’esperienza del candidato tanto quanto quella del recruiter.

🏃🏼‍♂️Risposte più rapide

Grazie alle automazioni:

  • nessun candidato rimane senza feedback
  • le conferme arrivano subito
  • anche i rifiuti sono più chiari e puntuali

La mancanza di comunicazione è una delle principali frustrazioni dei candidati.
Un ATS ben configurato elimina questo problema.

👓Processo più trasparente

Il candidato sa in ogni momento:

  • a che punto si trova
  • chi lo sta valutando
  • quali sono i passaggi successivi

🫶🏽Migliore esperienza complessiva

Un processo ordinato è un processo più umano, non meno.
L’ATS permette al recruiter di liberare tempo per:

  • colloqui più approfonditi
  • ascolto vero
  • personalizzazione del percorso

Il messaggio del webinar è stato chiaro:

Sono Pro ATS, ma prima ancora Pro umano.
Se l’umano funziona bene, l’ATS funziona bene.

6. L’uso avanzato dell’ATS: dal livello base al livello “Super Saiyan”

Un ATS è tanto potente quanto è competente chi lo utilizza.

Silvia l’ha spiegato con un esempio molto concreto:
Usare un ATS solo per cercare parole chiave è l’equivalente di usare un’auto sportiva solo in prima marcia.

Per ottenere risultati eccellenti serve:

  • conoscenza del mercato del lavoro
  • comprensione dei percorsi non lineari
  • capacità di leggere tra le righe
  • storytelling da parte dei candidati
  • settaggi strategici

L’ATS non può interpretare la motivazione, né ricostruire un percorso se non è stato raccontato.
È il recruiter a dare senso ai dati.


Conclusione: l’ATS non sostituisce l’umano — lo potenzia

La tecnologia nel recruiting non deve far paura.
Un ATS ben configurato è ciò che permette:

  • efficienza
  • precisione
  • sicurezza
  • un’esperienza umana migliore

Come è stato detto nel webinar:

La Ferrari senza benzina non funziona.
E l’ATS senza l’umano non funziona.

Il futuro del recruiting è fatto di collaborazione tra persone e strumenti.
Ed è un futuro in cui tutti — recruiter, candidati e aziende — hanno da guadagnare.